Ve l’ho detto che quest’anno non ho realizzato io i vasi per l’estate, ma ho portato i vasi e vaschette all‘Agricola di Varese?
Mi sono fidata del consigliato e mi sono fidata della competenza del personale che ci lavora.
E così ci sono delle novità… ho piante che mai avrei pensato di vedere nel mio giardino.
Sul lato ovest della casa si trova la grande vetrata e sul davanzale nelle solite vaschette in stile country c’è Cuphea hissopifolia, pianta cespugliosa con foglie lineari lanceolate e fiori bianchi, lilla o rosa a seconda della varietà, che compaiono per tutto il periodo estivo.
La Cuphea in Sud America è una pianta perenne, ma qui con il nostro clima è considerata un’annuale.
Difficilmente si riesce a conservarla per l’anno successivo. Ma ad ottobre proverò a ritirarla insieme ai pelargoni.
Se volete la si può piantare anche in piena terra, in zona soleggiata, ove il terreno è ricco e ben drenato. La fioritura, molto bella, è stimolata dalla regolare concimazione e frequenti annaffiature da maggio a settembre.
Sul balcone della camera di Benedetta che è rivolto a sud, nel tetto è stata ricavata un fioriera in rame dove sono posizionate quattro vaschette con piante di Mandevillea suaveolens.
Pianta perenne rampicante o arbustiva, con foglie ovali o cuoriformi verde chiaro, in natura può raggiungere i 6 metri. I fiori sono bianchi, profumati, campanulati e piuttosto durevoli, si presentano riuniti in grappoli ascellari. Il fusto è sottile e ramificato. La fioritura si sviluppa nei mesi di giugno- luglio.
La si può coltivare all’aperto solo nelle regioni a clima mite, in posizione riparata, per esempio a ridosso di un muro in posizioni assolate. Il substrato deve essere composto da torba, terriccio da giardino e sabbia in parti uguali, e deve risultare molto ben drenato perché la pianta soffre i ristagni idrici.
Se volete utilizzarla come rampicante necessita di un tutore. E’ bello mescolare i colori fra loro e farli arrampicare su un treillage.
All’arrivo dell’autunno proverò a ritirarla mettendola allo SpazioCorsi, la temperatura non scende mai oltre i 12 gradi, soglia minima per provarci!
E veniamo alla grande novità: nei vasi davanti alle colonne in mattone c’è Opuntia ficus-indica.
L’Opuntia ficus indica è una pianta perenne, di varie misure, che generalmente prende il nome di “pianta grassa”, sicuramente perché, grazie alla sua conformazione, riesce ad accumulare e trattenere l’acqua. Dal suo fusto carnoso e succulento e se lo tagliamo ne esce un liquido. Il ficodindia è completamente sprovvisto di rami, infatti i suoi fiori fuoriescono dall’areola, una sorta di “cuscino peloso” sul fusto. Cresce spontaneamente in Sicilia, Calabria, Puglia e in altre regioni d’Italia, anche in Liguria e Toscana.
Il fusto è formato dai cladodi, conosciute anche come pale, che sono ricoperti da una specie di cera che ne impedisce la traspirazione. I fiori sono splendidi, nascono alla sommità dei fusti, dapprima verdi, per diventare gialli, arancioni o rossi nei mesi di maggio e giugno.
Coltivare l’Opuntia ficus indica sembra facile -ve lo saprò dire- , basta semplicemente appoggiare le pale sul terreno per avere l’immediata radicazione, oppure si può effettuare tramite i semi. Il ficodindia si può coltivare sia in vaso che in piena terra come come un qualsiasi cespuglio, in primavera è necessario potare le pale che non si devono toccare fra loro, e togliere quelle malformate, da farsi con dei bei guanti! E’ necessario concimarla con potassio e fosforo, possibilmente di origine organica. Da ora fino all’autunno irrigare pochissimo e occhio ai ristagni d’acqua (un consiglio è quello di non utilizzare il sottovaso), mentre per il periodo invernale Max mi ha raccomandato di non bagnarlo assolutamente!
I suoi frutti tondeggianti e ovali contengono la polpa colorata e dolcissima piena di semi. Nascono verdi, e a maturazione diventano esternamente colorati in giallo, arancione, rosso o bianco a seconda della varietà. Ma qui occorre essere molto ottimisti per riuscire a ad averli.
Ho riflettuto che quest’anno miei vasi estivi, ho unicamente piante che hanno bisogno del vero sole… sarà per caso le continue e copiose piogge -simili ai monsoni- che mi hanno fatto cambiare rotta?