Da amante di giardini e… terme, di Levico in Valsugana ne avevo sentito parlare, senza però mai aver avuto l’opportunità di andarci.
Ma poche settimane fa invece, in occasione della quindicesima edizione di Orti in Parco, eccomi a soggiornare nel Grand Hotel Imperial Levico Terme, per un blogger tour organizzato da Grandi Giardini Italiani in collaborazione con l’Ente del Turismo della Valsugana.
Orti in Parco una manifestazione florovivaistica che si svolge all’interno del grande Parco e che coincide sempre con il 25 aprile.
Il tema di quest’anno ha guardato al passato, ispirandosi al mito e alla filosofia antica, riproponendo i quattro elementi “Terra, Aria, Acqua e Fuoco”, creando così un festival dove vecchio e nuovo si sono incontrati.
All’ombra dei grandi alberi o in mezzo ai prati si potevano ammirare le istallazioni di giardini temporanei di vivaisti e suggestivi allestimenti realizzati da giovani progettisti provenienti dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige.
Passeggiando lungo i viali del parco, oltre agli espositori di piante da orto e da giardino, mi hanno colpito i lavori di un tempo: cestai, tessitrici, fabbri, tutti al lavoro.
La storia del parco delle terme è strettamente correlata all’idea della città termale ed inizia nel 1898; lo scopo è quello di creare un “luogo di cura termale” composto da un grande stabilimento-albergo immerso al centro di un grande parco.
E’ all’inizio del ventesimo secolo che il paesaggistica-giardiniere tedesco, Georg Ziehl trasforma un’area agricola in un grande giardino seguendo i canoni del gusto della moda ottocentesca.
Parallelamente alla nascita del giardino arriverà il Grand Hotel con il Kurort -casa di cura-, dove le cure termali si integrano alle passeggiate. Sorge così un grande giardino termale, dotato di una rete di passeggiate per il diletto degli ospiti del grande albergo delle terme costruito a tempi di record e inaugurato nel 1905.
…”Nel 1896 l’inaugurazione della nuova linea ferroviaria Trento-Levico-Tezze segna una tappa importante per l’affermazione della città di Levico come luogo di cura termale, legato allo sfruttamento delle acque minerali arsenico-ferruginose.
Il nuovo collegamento ferroviario stabilisce infatti la connessione fra Lévico e la Valsugana con il resto d’Europa, fra i confini meridionali dell’impero austro ungarico con il cuore della Mitteleuropa.
L’asse principale del parco parte dalla stazione ferroviaria di Levico, collegata in rapporto diretto con il complesso termale attraverso un viale alberato di faggi ormai secolari, arriva all’ingresso principale del parco
e di lì al Grand Hotel attraverso un ampio cannocchiale visivo.
Risalgono a quell’epoca gli impianti delle alberature monumentali che ancora oggi si possono ammirare, come le tuie giganti.
Villa Paradiso, la graziosa costruzione in stile Liberty collocata nella posizione centrale del parco, è la residenza del giardiniere.
Sono invece del dopoguerra i faggi e le altre latifoglie, aggiunte al parco dall’allora direttore Alcide Saltori che per primo inserirà le aiuole di fiori nelle radure un tempo dedicate all’elioterapia.
D’impianto più recente sono infine gli abeti del Caucaso che delimitano alcuni viali principali”…
Il Parco è uno dei simboli di Levico Terme e costituisce il più grande polmone del verde urbano della città termale e della Valsugana. Recentemente è oggetto di un progetto di riqualificazione che sotto la guida di Fabrizio Fronza –il curatore del parco- prevede oltre a salvaguardare i vecchi alberi esistenti, ad ospitare migliaia di bulbi -più di 50.000- Scille, Tulipani, Galanthus, Muscari che piantati a caso nei prati e non seguendo uno schema preciso, vale a dire in aiuole, nel periodo della loro fioritura donano ai prati un aspetto naturale. Pare di essere immersi in un prato fiorito!
Da non sottovalutare la gestione del parco dove non si impiegano sostanze chimiche, e dove tutti i mezzi che circolano sono elettrici.
Il Parco delle Terme di Levico dal 2016 fa parte del network di Grandi Giardini Italiani
seguitemi, e presto vi porterò con me alle terme e vi svelerò le proprietà di questa famosissima e strana acqua


Sui cubi realizzati con i classici bancali, composizioni floreali con Ortensie blu, grappoli di Fitolacca, rami di Acero, tralci di Edera e al centro rami di Miscanthus Morning Light che ricordano l’eruzione dei vulcani.
7 e 21 ottobre dalle 15 per 6-12 enni tra rocce, vulcani, mappe, bussole. Esperienze e divertimento

Davanti a noi il mare: verde, blu, a volte azzurrissimo e intorno un’incredibile natura. Sarà deformazione …ma è un aspetto che non tralascio mai quando scelgo i luoghi da visitare.
Vi si accede pagando un biglietto di € 5 a persona e dopo un breve tragitto si lascia l’auto per proseguire a piedi. Gli ingressi sono limitati e anche in agosto la spiaggia non è mai affollata.
E’ ormai sera quando lasciamo questo paradiso.
Macari un borgo piccolo e molto elegante, che oltre ad avere la spiaggia più bella d’Italia ha uno spettacolo che tutte le sere -a fine giugno alle 20- si ripete -, : il tramonto. Lo scenario è mozzafiato!
sullo sfondo Punta Raisi -Palermo

Anche qui vi si accede a piedi, si lascia l’auto -noi la moto- si pagano i soliti 5 Euro a persona per il biglietto d’ingresso e il percorso ha inizio. Nella riserva ci sono tre sentieri: uno in lato, uno a metà altezza e uno in basso -quello che abbiamo percorso noi- per accedere al mare. Il cammino è agevole e si snoda tra le piante della macchia mediterranea. Tante le essenze rare, una tra queste il Limonium_todaroanum (Limonio di Todaro). Un limonium che fiorisce da Giugno a settembre, l’ho fotografato ma con il sole non ho avuto grandi risultati.
Sicilia vera, con i profumi e i contrasti che la contraddistinguono e che proprio per questo amo, anche se a volte la capisco poco. Un’isola gettonata da molti turisti. Ai tavolini delle pasticcerie -sublimi- si incontrano americani, finlandesi, svedesi, russi, spagnoli ma anche tantissimi italiani intenti ad assaporare la classica granita al caffè con la panna, la brioche col gelato, la cassata, il cannolo, il parfait alle mandorle. Sono nata in Piemonte, ma le mie origini sono siciliane e ogni volta che ci ritorno resto affascinata da questa bell’isola che conosco poco.
da Palermo a Sciacca sulla SS624,
Palazzo Tagliavia San Giacomo
in Piazza Scandagliato una siepe di Magnolia grandiflora
la veduta dal nostro alloggio a Sciacca
Verso Akragas, l’antica città. Agrigento la Valle dei Templi
Tempio di Giunone
Tempio della Concordia
Ritornando a Sciacca ci siamo fermati a Porto Empedocle ad ammirare la Scala dei Turchi. Una falesia viva costituita da uno sperone di marna bianca a picco sul mare.

A fine giornata un bicchiere di Grillo, vino bianco leggermente fruttato e su crosta di sale un filetto di sarago e gambero rosso di Mazara.