gli ellebori nella scatola di latta

Questa mattina avevo pensato di fare un bouquet di ellebori, ma poi ci ho ripensato!
Mi dispiaceva tagliare i fiori sia dalle mie piante che sono in giardino e sia da quelli nuovi -regalo di Susanna- che sono ancora in vaso, pronti da piantare.
Anche se i fiori recisi danno soddisfazioni, sulla pianta sicuramente durano molto più a lungo.

Cosi ho pensato di mettere nella vecchia scatola di latta, gli ellebori insieme a qualche vasetto di bulbi e di tenerla allo SpazioCorsi, mi farà compagnia mentre lavoro. Quando le temperature torneranno alla norma normalità, aggiungerò un po’ di muschio e posizionerò la scatola sul tavolo sotto al portico… aspettando la voglia di mettere tutto a dimora.

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andar per ellebori

L’elleboro è un fiore sobrio ed elegante, mi vien da dire quasi aristocratico per  quel suo modo di fiorire all’ingiù. Infatti per poter ammirare pienamente i suoi fiori, occorre quasi riverirlo. Solitamente piantato in giardino, ci si abbassa, si prende tra le mani il fiore e lo si gira con cautela all’insù per guardarlo.

Durante gli anni ho collezionato diverse specie di ellebori, che differiscono per colore, grandezza e trama delle corolle. Sotto la Camelia c’è il classico ed immancabile Helleborus niger, o rosa di Natale, poco più in là nell’altra aiuola incontriamo l’Helleborus viridis, o elleboro verde, l’Helleborus foetidus e l’Helleborus purpurascens dai fiori color violetto. Nella nuova aiuola -ancora in costruzione- l’anno scorso ho piantato l’Helleborus orientalis nei vari colori

L’elleboro è uno dei miei fiori preferiti, sia perché mi piace il suo fiore e forse anche perché -con poco sforzo- mi ha dato sempre grosse soddisfazioni crescendo e moltiplicandosi.
I suoi fiori recisi poi sono dei validi elementi nella composizione floreale.

Ora ne ho di nuovi, Susanna Tavallini è venuta a fare un sopralluogo nel mio giardino di Carnago per una consulenza giardinieristica e me ne ha portati alcuni, uno di questi ha il fiore quasi nero e le foglie anch’esse nere hanno la venatura centrale verde brillante. Una bellezza!

Segnalo la 21a edizione di HELLEBORA, la mostra mercato che Susanna Tavallini ogni anno organizza presso il suo Vivaio La Montà. Date e riferimenti li potete trovare sotto nella locandina.

Con un gruppetto di amiche ci andrò sabato nel primo week-end di apertura, che oltre agli ellebori si potranno incontrare le primule e viole di Roberta Marchesi, le rose di Maurizio Feletig, gli arbusti della Floricoltura Nifantani e i rami colorati di Mario Mariani.

Se qualcuno volesse unirsi al gruppetto mi contatti  qui o su FB.

#fioridivenerdì- – – – – A Masino il cachepot viene dall’orto

A primavera oltre che nell’orto, piantai due piante di cetriolo vicino al bersó. Pensai che fosse più comodo averle a portata di mano. Piccoli cetrioli da raccogliere per una fresca insalata estiva o per un aperitivo. Ma ahimè proprio quelle le ho dimenticate …e nel frattempo, i piccoli cetrioli sono diventati giganti! Tanto che ho pensato di utilizzarli per farci un insolito cachepot da portare agli amici a Masino!

20161021_cetriolo_fiorito_masino-ottobre-Un posto migliore non poteva averlo. Fra stivali e il cesto degli attrezzi per l’orto il cachepot si sente proprio a casa!
I Giardini di San Maurilio
20161021_cetriolo_fiorito_masino-ottobre-90Le dalie di Susanna Tavallini donano un tocco elegante alla composizione country

20161021_cetriolo_fiorito_masino-ottobre-86Le meline -Malus Evereste-, le bacche o i cinorrodi delle piante di Maurizio Feletig rendono la composizione autunnale e intonata con il mood di Masino20161021_Feletig_masino-ottobre-21

Inserire nel pezzetto di spugna precedentemente bagnato: hydrangea macrophylla, H. Annabelle, Abelia, Acero rosso, Aster, Chasmanthium latifolium, Sedum, Craspedia globosa, Anemone, e ovviamente dalie e meline
20161021_cetriolo_fiorito-5

#fioridivenerdì- – – – – gli ellebori ispirano a scrivere

Oggi sul mio blog ospito un pezzo di “scrittura & foto” di una mia cara amica: Anna Maroni

Anche lei come me – credo, siamo in molti –  è rimasta affascinata dalla bellezza degli ellebori, dai profumi delle fioriture invernali, dagli animali veri e in sasso che abitano e animano il giardino-vivaio di Susanna Tavallini.

Da Hellebora 2015

 Gli Ellebori di Susanna Tavallini2015.02.28 Vivaio La Montà primo fiore sottotitoloSerissimi, in pietra dei giardini, terracotta o ferro battuto antico, piccoli ranocchi, custodi del giardino, aspettano

Intorno, oltre il vialetto a bossi d’archi e gettate lineari, fioriscono gli ellebori. Meraviglie d’inverno, come velluti e damaschi, questi fiori elegantissimi parlano, nel loro andamento flessuoso, di un mondo scivolato lontano. E molto piemontese. Ecco, dunque, l’ Helleborus Dark, con le cuspidi morbide dei suoi petali tra porpora e violetto e le coroncine impazzite degli stami d’oro, racconta la storia di strappate crinoline e corse lungo corridoi che non  hanno fine.2015.02.28 Vivaio La Montà composiz Betti Calani[1]
Ma la Bela Madamin?
Passo nel gabinetto cinese, attraverso le sale di raso cilestre, cremisi, salice, fragola, canarino dell’appartamento della Regina, sosto nel Corridoio Persiano ad ascoltare i commenti di due dame. “Un amore! un amore!”. Si parla di lei; è dunque vicina. Eccomi nel gabinetto delle miniature, nella galleria pompeiana; un profumo acutissimo m’annuncia il penetrale del fiore riposto. E sulla soglia sosto abbagliato, dinanzi alla più delicata interpretazione vivente che mai sia stata fatta di
La toilette de la Mariée.

***

   Maria Carolina Antonietta di Savoia Duchessa di Sassonia è in piedi, tra le sue cameriere chine o ginocchioni, intente all’opera delicata. La cognata, che presiede da parigina esperta, le ha tolto lo specchio di mano:
– Ti vedrai dopo,
mignonne, quand le rêve sera achevé.

   Maria Carolina è una visione abbagliante di neve e d’argento. Bianco il ciuffo di penne che le adorna l’alta acconciatura incipriata, bianco il viso passato alla cerussa, bianca la veste di raso splendente dal guardinfante mostruoso, bianche le scarpette, le ghirlande, il cagnolino, il ventaglio. In tanto candore spicca il rosso delle labbra e delle gote, il nero degli occhi e dei sopraccigli. La cognata stessa, Adelaide di Francia, nipote di Luigi XV, ha dipinto il volto della bimba sedicenne secondo che l’ultimo dettame di Parigi consiglia; le ha cancellato col cosmetico i delicati sopraccigli biondi e due altri ne ha disegnato a mezzo della fronte: nerissimi, arcuati, imperiosi. Molto s’è discusso sull’acconciatura; il parrucchiere di Corte, De Regault, voleva riprodurre con gl’immensi capelli biondi il Palazzo Madama o la Galera Capitana degli Stati Sardi; ma la Regina, la Principessa si sono opposte e l’artista ha costrutto con la chioma densa un edificio a tre piani, coronato da un nido dove una colomba cova teneramente assistita dalla compagna.

Ravissante! Ravissante! – mormora la cognata che le sta alle spalle puntandole di sua mano un fiore o una piega del guardinfante.[2]

E che dire, ora, dell’Helleborus Guttatus Yellow? Su uno sfondo tra un verde tenero e un giallo primula pallidissimo, una tempesta di gocce marsala invadono graziosamente il campo. Un giro sparso di granati minutissimi, piccole bocche miniate, stridio di grilli tra le tuie e gli allori. Cosa leggere, dunque, in questo affascinante Rorschach vegetale?

pensa una principessa delle nevi

volta in farfalla per un malefizio… [3]

A dominare l’area verde circostante, è la casa-castello settecentesca: ancora solido, squadrato, serio, il bell’edificio sfida, nel suo diritto di barriera, vecchio baluardo di mattoni sanguigni, il vento che sa di neve e soffia dai profili di cristallo del Rosa a sfiorare tetti, campanili, torri e ponti sospesi su antiche arcate.  Veloce, tenendo tra le mani due lunghe chiavi di ferro, Susanna Tavallini mi accompagna nelle scuderie, seminterrate a livello della parete di fondo e dal grande portone che si apre, invece, sulla strada principale del paese: << Qui, mio padre teneva i cavalli! >>. Ora, al posto dei sauri o dei roani, ci sono i gomitoli d’ombra agli angoli stondati del soffitto, gli intrecci scuri di ramaglie per le coperture esterne, gli attrezzi che non servono più e, su una mensola, alcune grate di reti sottili color ruggine.  Susanna ne sfila con agilità una e mi mostra come ottenere con poche semplici pressioni un fascinosissimo cachepot, abbracciato dall’interno da lunghi e sottili fasci d’erba essicata dal colore del topazio paglierino: il risultato è una sorta di nido, sede perfetta per un viburno rosa confetto o un’hamamelis stellata.

E il profumo è una bellezza magica.

[1] Composizione floreale di Betti Calani
[2] Guido Gozzano, Torino d’altri tempi – La bela madamin la völo maridè, in L’altare del passato, inPoesie e prose, Alberto De Marchi ( a cura di ), Milano, Garzanti, 1966, pp.  631 – 632.
[3] Op.cit., Del Parnasso, in Le farfalle – Epistole entomologiche, p. 346.
[4] Composizione floreale di Betti Calani.

Anna Maroni
“Tra poesia e giardini antichi, letteratura e profumo di cedrina, insegna letteratura italiana e latino al liceo scientifico di Varese”

La mia mini lezione nel vivaio-giardino di Susanna Tavallini

Salgo in auto e la sua fragranza ancora mi inebria.

20150228_Susanna_Tavallini (19)_ Sabato sera di ritorno da Roasio, oltre ai vasi in zinco, agli annaffiatoi, alle latte, ai nastri, agli ellelbori, alle primule e violette di Roberta Marchesi … alla mia amica Anna -che conoscerete a breve qui sul mio blog- sulla mia auto c’era una pianta di Daphne odora ‘variegata’.

Come un arbre-magic ha lasciato il profumo. Delizioso, fine, superbo, inebriante …ma come faccio a descriverlo?
Con Marzo iniziano le mostre-mercato floreali, cogliete l’occasione per andare a fare la sua conoscenza. Cercatela negli stand che propongono i cespugli.  Se riuscite, acquistatene un esemplare oppure, accontentatevi di sniffarla.  Vi rimarrà nella memoria.

20150228_Susanna_Tavallini (162)_Una coreografia perfetta tra i vasi degli ellebori.
Susanna ha creato un bel bouquet di graminacee, utilizzando la tecnica del mazzo a spirale. Brava!

 

Riciclo😏:Un segnaposto o lega-tovagliolo rustico, utilizzando la treccia delle cipolle.20150228_Susanna_Tavallini (113)_
Ho appoggiato dei rametti secchi sopra alla treccia e, con l’aiuto del filo di ferro, io ho usato il color rame – è in sintonia con gli steli- li ho fissati. Rimasta senza i bulbi, le cipolle, la treccia tende a disfarsi.
Ho fatto passare, attraverso i fori -la provetta ne è provvista-, un filo di corda-lana color verde, per fissare la provetta in vetro, alla treccia. Al suo interno un fiore di Helleborus  e un rametto di Asparagus Ming. Acquisto sempre le cipolle intrecciate, sono buonissime e durano a lungo se riposte appese al buio e al fresco.

 

Per chi l’avesse persa, Hellebora continua anche nel prossimo week-end a Roasio oppure potete trovare Susanna e i suoi ellebori a Milano alla mostra mercato Un Soffio di primavera  ATTENZIONE quest’anno non si terrà come di consueto a Villa Necchi, ma a Palazzina Appiani presso Parco Sempione- Arena Civica a Milano –

20150228_Susanna_Tavallini (64)_Il viale di bossi antichi all’entrata del Vivaio La Montà.